Cos’è il packaging secondario? Quanto incide sulla produzione di plastica? Vediamo in questo articolo l’esempio di un’azienda che ha brevettato un sistema per ridurre l’utilizzo di plastica in alcuni degli imballaggi più diffusi.
Ci sono molti prodotti per i quali sarebbe facile ridurre la quantità di imballaggi poiché non necessariamente utilizzati per un aspetto funzionale ma soltanto per questioni di marketing.
Non sempre però ciò è vero, tanto che per alcuni tipi di prodotto è impensabile rinunciare ad un packaging secondario poiché estremamente funzionale all’utilizzo del prodotto stesso. Pensiamo ad esempio alla pellicola termoretraibile per l’acqua o altre bevande, elemento necessario per il trasporto di confezioni multipack.
Ma cos’è il packaging secondario?
Un ottimo modo per pensare al packaging secondario e alla sua importanza è ricordare una vecchia frase del settore che afferma: “Il packaging secondario è l’ultima cosa che hai in mente, ma la prima cosa che vede il tuo cliente”. Per questo è anche un modo eccellente per rafforzare il proprio marchio e migliorare la visibilità del prodotto in un mercato affollato.
A cosa serve? Ha in genere lo scopo di proteggere non solo il prodotto, ma anche l’imballaggio primario di un prodotto. Esempi comuni includono scatole di cartone, casse di cartone/plastica, vassoi, pellicole termoretraibil, ecc…
Il packaging secondario è l’ultima cosa che hai in mente, ma la prima cosa che vede il tuo cliente

Il sistema di imballaggio LitePac Top
Se guardiamo un po’ più da vicino, possiamo vedere che c’è un grande potenziale di risparmio anche nell’area degli imballaggi secondari. Ad esempio nel caso di confezioni multipack di acqua non possiamo togliere il packaging secondario, ma trovare un’alternativa sostenibile alla pellicola si può.
La nuova soluzione di imballaggio minimalista studiata da Krones, azienda tedesca fornitrice di macchinari e sistemi di imballaggio, si chiama LitePac Top ed è un sistema innovativo al passo con i tempi in termini di sostenibilità e conservazione delle risorse.
Il packaging secondario LitePac adatto per bottiglie e lattine in PET offre infatti un’alternativa sostenibile alle confezioni avvolte in pellicola. Si tratta di un imballo di cartone non contenente né plastica né adesivi, prodotto da materie prime rinnovabili e facilmente riciclabile dopo l’uso. Si monta sotto la cucitura del tappo, mantenendo così stabile la presa.
Una soluzione interessante non solo per l’ambiente, ma anche per i consumatori perché la confezione è dotata di impugnature incassate con cui può essere comodamente trasportata. Per rimuovere una lattina o una bottiglia è sufficiente tirare ed estrarla verticalmente dalla confezione senza dover strappare tutto il cartone.
Ovviamente la confezione offre spazio per opzioni di graphic design e con il relativo macchinario progettato è possibile orientare selettivamente le lattine o le bottiglie al fine di garantire un posizionamento frontale del marchio o per creare un motivo grafico con i design dei singoli prodotti.

Già da qualche anno anche CocaCola si era mossa in tal senso rimuovendo l’involucro termoretraibile dalle lattine e sostituendolo con nuove confezioni in cartotecnica. Il passo in avanti di un brevetto come quello di Krones è però quello di estendere a tutte le aziende questa possibilità di scelta.
Proprio il mese scorso infatti, alla fiera Drinktec di Monaco di Baviera dal 12 al 16 settembre, è stata annunciata la collaborazione tra Krones e DS Smith, leader mondiale per le soluzioni di imballaggio innovative e sostenibili.
Insieme hanno presentato ECO Carrier, l’alternativa a base di carta alla termoretrazione per le bottiglie multipack in Pet, che può essere applicata utilizzando il sistema di meccanizzazione Krones per la sua gamma LitePac Top.