Negli ultimi anni il packaging per pasta e in generale per prodotti di altri settori differenti dall’alimentare, ha acquisito una centralità mai avuta in passato, tanto da spostare l’attenzione anche di grandi aziende e multinazionali.
Il mercato della pasta e l’industria alimentare necessitavano già da tempo di soluzioni rapide e concrete per fornire prodotti a ridotto impatto ambientale e per soddisfare le richieste dei consumatori finali. L’utilizzo di un imballaggio rispettoso dell’ambiente può ridurre i rifiuti di plastica monouso ed è considerato un passaggio fondamentale per l’industria alimentare. I marchi italiani della pasta secca si sono infatti mossi (o lo stano facendo) gradualmente verso prodotti con packaging plastic-free.
Al supermercato, dove le aziende fanno sfoggio della propria gamma di prodotti sugli scaffali, la scelta del materiale per il packaging è sempre andata nell’ottica di soddisfare le esigenze del consumatore piuttosto che quelle dell’ambiente. Per via dell’esigenza dei consumatori di vedere l’aspetto di un prodotto prima di acquistarlo – osservare l’illustrazione è un conto, ma il formato reale un altro – le aziende leader e non hanno sempre destinato al supermercato le proprie creazioni avvolte in involucri di plastica – nel caso dei discount è la prassi – o di carta, con una piccola finestrella in plastica più vedo che non vedo”.
(articolo completo su Linkiesta)
Se infatti fino a qualche anno fa il consumatore avrebbe portato avanti battaglie per avere una visione sul prodotto reale contenuto nel packaging di pasta, oggi la situazione si è ribaltata. Grazie ad una maggiore consapevolezza ambientale, siamo molto più predisposti a scendere a compromessi quando si tratta di fare una scelta più sostenibile.
Per la prima volta ci troviamo di fronte a una tendenza che abbraccia ogni settore, dalla moda, al food, al beauty e questa sua estensione ci fa capire che non è una moda passeggera.
Secondo una ricerca realizzata da Google Italia, il 78% dei consumatori intervistati afferma che per gli acquisti di Natale 2022 sarebbe disposto a rinunciare a un brand conosciuto, in favore di uno più attento alla sostenibilità.
Bisogna considerare che l’Italia detiene il primato di produzione e packaging per pasta per un valore di oltre 20 miliardi di euro: con oltre 120 imprese, circa 3,9 milioni di tonnellate di confezioni prodotte nel solo 2021 e più di 300 formati diversi. Con numeri così alti, la scelta ha un impatto maggiore e fa ancor più la differenza.
Il caso Barilla

Partendo dal mercato inglese, Barilla ha deciso di eliminare la famosa finestra in plastica da sempre presente sulle sue confezioni di pasta, rendendo così quest’ultima un packaging monomateriale e a tutti gli effetti plastic-free.
Anche se la finestra in plastica è sempre stata una caratteristica del confezionamento di molti marchi di pasta, tra cui quella della multinazionale italiana, a seguito di considerazioni relative al tema della sostenibilità, Barilla ha scelto di eliminarlo, a partire dal mercato inglese. Recentemente ha infatti introdotto un packaging completamente plastic-free che, al posto della consueta finestra, presenta una scatola blu con la scritta: “Niente più finestre di plastica: cambiare il nostro mondo un pacchetto alla volta”.
Barilla è solo uno dei tanti marchi, grandi e piccoli, che hanno intrapreso la strada del packaging per pasta scegliendo il monomateriale.
Quali sono però le alternative? Qui sotto alcuni esempi di packaging per pasta con un solo materiale che potreste scegliere lavorando con noi.
Scatola per spaghetti in cartoncino riciclato
Questo è uno dei packaging per pasta ecologici presentati al Sana lo scorso anno e realizzato con il cartoncino Favini Shiro Eco, ottenuto con fibre riciclate e che garantisce alte prestazioni tecniche. Oltre ad essere riciclabile, biodegradabile e certificato FSC™, è un cartoncino anche a zero emissioni grazie alla neutralizzazione della CO2 residua. È forse la prima scelta per progetti di stampa sostenibile e packaging ecologico.
Vuoi approfondire? ➡️ Ecco tutti i packaging ecologici per il settore alimentare e cosmetico presentati al Sana.

Scatola parallelepipedo a base rettangolare in cartoncino
L’esempio di Jazz Pasta è proprio la dimostrazione di come si possa presentare la pasta anche con un packaging accattivante ma senza farne vedere il contenuto. In questo caso infatti parliamo di una semplice scatola in cartoncino sul quale si può spaziare tra differenti tipologie, da quello riciclato a quello ottenuto da scarti industriali.


Scatola parallelepipedo a base esagonale in cartoncino
Il formato delle scatole di Nonna Barberina, un’azienda artigianale brasiliana di pasta secca e surgelata, è stato pensato per differenziarsi dalla concorrenza e favorire anche l’esposizione nei punti vendita, poiché una volta allineata, una confezione integra il layout di quella vicina.
Il formato, infine, svolge anche una funzione specifica per il momento della cottura della pasta, in quanto le scatole hanno una sezione che favorisce lo scivolamento della pasta nell’acqua calda, senza rischio di scottarsi le mani.


Scatola unica con adesivo personalizzabile
Un buon modo per ottimizzare costi e sprechi è sicuramente quello utilizzato spesso in molte box regalo, come quelle di Pasta Diva. Anche se nel caso specifico parliamo di confezioni regalo, si può adattare il concetto anche ad un semplice packaging per pasta. Basterà scegliere una scatola identica per tutti i tipi di formato, che andrà poi ad essere personalizzata con degli adesivi. La scelta più economica probabilmente, poiché prevede la stampa di un’unica tipologia di scatola ottenendo la differenziazione del prodotto con adesivi che hanno un costo molto più contenuto.

Fascia o cavaliere
Se proprio non riuscite ad abbandonare la plastica potete optare per una semplice busta di plastica (o magari bioplastica) e una fascia che ruota intorno al prodotto, oppure ad un cavallotto che coprirà solo il fronte e il retro della busta con la grafica e le informazioni necessarie. Si tratta sempre di un doppio materiale, quindi meno sostenibile degli esempi riportati sopra, ma sicuramente più semplice da differenziare rispetto alle scatole con finestra in plastica poiché i materiali sono già separati.


Busta in cartoncino riciclabile
Il caso di Turrita è sicuramente più particolare e un po’ più costoso sia per il tipo di materiale sia per le lavorazioni utilizzate. Parliamo infatti di una confezione riciclabile proprio nel senso di riutilizzabile, confezione cioè che può trasformarsi in vaso per piante (come si può vedere nella foto). Inoltre il il packaging prevede 3 punti colla, la cucitura superiore e l’utilizzo del timbro a caldo. Un bellissimo progetto, sicuramente più dispendioso ma di grande effetto.

