Diciassette è il nome della pubblicazione ideata da Guendalina Piselli e parte di un progetto più ampio che ruota attorno al tema del campo profughi. “È il catalogo di una mostra che non è, ma che sarà” ed è la prima pubblicazione prodotta e distribuita da Fruit Exhibition.
Diciassette, come la vita media di un campo profughi, è un progetto editoriale in formato tabloid stampato su carta riciclata Favini, che nasce in contemporanea all’omonima mostra inizialmente prevista in occasione di Colla Fest e Bilbolbul 2020 negli spazi di Velostazione Dynamo Bologna e al momento posticipata a data da destinarsi.

In attesa della mostra, esce intanto Diciassette come pubblicazione, in qualità di “spazio” che serve ad aprire una riflessione, seppur individuale, sulla realtà del campo profughi e che prepari ad un dibattito collettivo quando ce ne sarà possibilità.
L’approccio al tema vuole escludere “un certo patetismo nel quale troppo spesso cade la questione della migrazione, portandola al centro di una riflessione sociale, politica e urbanistica dalla base scientifica per immaginari futuri scenari.”
Raramente sono previsti spazi per la socializzazione, la privacy non è considerata, spazio pubblico e privato si mischiano indissolubilmente e nulla è identificabile a una casa. (Giovanni Tateo)
La pubblicazione ospita le illustrazioni di Isabella Bersellini, Marco Brancato, Elisa Caroli, Andrea Chronopoulos, Alessandro Cripsta, Federico Manzone, Davide Bart Salvemini che accompagnano i contributi di Daniele Bonaiuti, Sara Manisera, Giovanni Tateo, Giulia Buffoli e Matteo Vianello, “non in un rapporto didascalico, ma con l’intento di costruire un un ulteriore livello di approfondimento e di sviluppo di un discorso attorno all’idea di campo come centro di aggregazione urbana e comunitaria.”


Il campo dunque come specchio di contraddizioni sociali e politiche, ma anche come possibile territorio di sperimentazione per nuovi modelli di cittadinanze, nuove idee di comunità e di spazi comunitari. (Guendalina Piselli)
L’idea di questo progetto di Guendalina Piselli prende ispirazione da alcune conversazione realmente avvenute tra volontari e profughi del campo di Calais disponibili online.


