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La nuova Favini Refit ottenuta dai residui di lana e cotone

by Elena Chiocchia

Abbiamo già affrontato il tema della sostenibilità nel packaging parlando delle confezioni realizzate per l’azienda olandese Adamà utilizzando la carta Favini Crush Mais. Torniamo sull’argomento con la nuova carta Favini Refit che estende la sensibilizzazione sulla sostenibilità anche al settore della moda.

In realtà il settore del fashion ha già dimostrato sensibilità sul tema tanto che 32 brand della moda hanno firmato il Fashion Pact, con il quale si impegnano a ridurre sensibilmente il loro impatto ambientale, optando sempre più per materie prime in pieno rispetto dell’ambiente. Favini in questo senso ha trovato una soluzione per il mondo del tessile con un materiale che risponde a un’esigenza e ad una volontà di packaging e comunicazioni sempre più green.

La nuova Favini Refit ottenuta dai residui di lavorazione di lana e cotoneCome è fatta la nuova carta Refit di Favini?

Nelle aziende tessili vengono prodotti moltissimi residui di lana e cotone come cascami al lato dei macchinari per la cardatura, la filatura e la tessitura. Favini recupera questi materiali e, dopo aver subito uno speciale trattamento, li unisce alla cellulosa.
Refit contiene infatti il 40% di riciclato post consumo, il 15% di residui di lavorazione della lana o del cotone ed è prodotta usando 100% energia idroelettrica autoprodotta.

Si ottengono così Refit Wool e Refit Cotton. Se la prima ha un aspetto caratterizzato da una lanuggine superficiale che contrasta le tinte scure della carta e a livello tattile lascia un senso di ruvidità, la seconda ha invece un tocco più morbido e si caratterizza per colori più chiari.
La gamma si compone infatti di cinque colori: Blue e Black per la linea REFIT WOOL ideale per stampe con lamine a caldo, serigrafie e clichè a secco; e i colori White, Pearl e Grey per le varianti REFIT COTTON, perfetta per tutte le principali tecniche di stampa.

Refit Wool
Refit Cotton

Le grammature disponibili vanno da 120 a 360 g/m2, offendo un ventaglio ampio di soluzioni adatte sia al packaging che alla comunicazione stampata.

La nuova Favini Refit ottenuta dai residui di lavorazione di lana e cotone

REFIT soddisfa le richieste più esigenti per un packaging ecologico di elevata qualità estetica e tecnica

Il visual book

Per mettere in luce tutte le potenzialità di questo materiale Favini ha realizzato un visual book di Refit, progetto editoriale ideato per ispirare i designer e costruito come una capo di abbigliamento d’alta sartoria.

La nuova Favini Refit ottenuta dai residui di lavorazione di lana e cotone

“Il visual book intitolato “Cotton Wool” (Cotone Lana) si sviluppa intorno al concetto della creazione di un outfit, composto da una camicia di cotone, un maglione di lana e un paio di jeans in denim, con ogni elemento che incorpora le materie prime della carta eco-sostenibile Refit, lana e cotone. I singoli capi d’abbigliamento sono stati suddivisi all’interno del visual book, con ogni processo evidenziato da una diversa tecnica di stampa sulla carta.”

Nello specifico per la copertina del visual book Favini ha scelto di utilizzare la Refit Cotton Grey perché ricorda lo stile dei capi in denim un po’ consumati, la quale, per dare questo effetto, è stata sottoposta a un processo diburattatura con inchiostro nero in lavanderia industriale. Questa lavorazione ha permesso di ottenere i segni neri e i bordi rovinati visibili in cover.

Per la rilegatura Favini ha scelto il filo singer che ricorda le cuciture delle tasche dei jeans. Per il titolo invece ha optato per una stampa con punzone a secco in rilievo così da richiamare alla mente l’etichetta nella parte posteriore della cintura dei jeans.
Il tag realizzato su Refit Cotton Pearl si ispira alle lavorazioni industriali delle etichette per abiti e pantaloni: ha prima subito un processo in lavanderia dove è stato burattato, successivamente è stata impressa a caldo la scritta “Refit” con bruciatura a 420° C.

La nuova Favini Refit ottenuta dai residui di lavorazione di lana e cotone
Ancora una volta quindi Favini segue i principi dell’economia circolare promuovendo il riuso di scarti e sottoprodotti industriali e lo fa mettendo sul piatto della bilancia come sempre una carta di altissima qualità.

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