Il quaderno, taccuino o carnet (chiamatelo come volete), è da sempre il compagno inseparabile per disegnatori, architetti, pittori. È il custode di schizzi, pensieri e appunti, che offre uno spaccato dello sguardo sulla realtà di artisti di ogni epoca. Dall’architetto francese Villard de Honnecourt a Leonardo Da Vinci, da Albrecht Dürer al Canaletto o Goethe fino ad arrivare a Van Gogh, Degas, Le Corbusier ed Edward Hopper (ne mancano molti alla lista), il taccuino (o anche il carnet de voyage) è sempre stato uno strumento indispensabile, anticamera artistica dove grandi opere hanno preso forma.
Oltre che per i grandi artisti del passato e del presente, il taccuino è per tutti noi un amico con cui confidarsi, un alleato per aiutarci a ricordare o semplicemente per rammentarci di dedicare un po’ di tempo a noi stessi. Come mai nell’epoca del digitale siamo ancora così affezionati a questo piccolo oggetto? Una risposta ce la dà Arrigo Berni, ad di Moleskine, in un’intervista rilasciata a La Stampa.
Ci sono prodotti come il nostro taccuino, ma penso anche per esempio ai dischi in vinile o ad alcune riviste cartacee, capaci di farci fare esperienze estetiche, emotive e sensoriali che uno schermo non potrà mai offrire. Siamo esseri umani, in noi non conta solo l’aspetto produttivo: abbiamo bisogno di esperienze che non ci facciano sentire solo appendici di uno schermo, di un video.
(Arrigo Berni, Moleskine)
Oltre che per i grandi artisti del passato e del presente, il taccuino è per tutti noi un amico con cui confidarsi, un alleato per aiutarci a ricordare o semplicemente per rammentarci di dedicare un po’ di tempo a noi stessi.
“Ricordate tutto, non dimenticate nulla” è l’esortazione che apre il taccuino che abbiamo stampato per l’ultima box di Hoppípolla. Queste ed altre parole, di Lawrence Ferlighetti icona della poesia beat nonché libraio ed editore, compaiono qua e là tra le pagine del taccuino per ricordarci di abbracciare la vita, di uscire allo scoperto, coltivando il pensiero critico e soprattutto la poesia. Un taccuino “attivo” insomma, che oltre ad accogliere i nostri pensieri sparsi, schizzi o idee, ogni tanto ci sussurrerà all’orecchio come un grillo parlante.
Dettagli tecnici
Il taccuino è composto da 96 pagine (esclusa copertina) e ha un formato chiuso di 10.5×14.8 cm. Gli interni sono stampati in nero su carta Fedrigoni Arcoset Extra White da 90 grammi, mentre la copertina è stampata in nero più pantone oro su carta Fedrigoni Symbol Freelife E/E (embossed both sides) tela fina da 250 grammi.
La rilegatura è in brossura cucita a filo refe.