La box settembrina di Hoppípolla, il cui tema è Back to School, contiene tante curiose sorprese, alcune delle quali abbiamo avuto il piacere di stampare noi di Printaly. Tra queste un quaderno con copertina rigida (cartonata e dagli angoli smussati) e chiusura con elastico, illustrato da Anna Canavesi. Un oggetto da portare sempre con sé per riprendere, come suggeriscono gli amici di Hoppípolla, la buona abitudine di scrivere a mano semplici appunti o i propri pensieri.
Con l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’illustratrice per conoscerla un po’ meglio e farci raccontare come è nato questo prodotto.
Ciao Anna. Raccontaci un po’ di te. Come sei arrivata a fare quello che fai?
Ciao! Bè, diciamo che ho seguito una strada piuttosto lineare, anche se senza troppa convinzione iniziale. Ho fatto il liceo artistico senza ben sapere cosa stessi facendo. Ho sempre avuto la matita in mano, ma mai avrei pensato che disegnare sarebbe diventata la mia professione. È stato all’accademia di belle arti che, grazie ad un professore molto accanito, mi sono realmente appassionata al disegno. Ho provato qualsiasi tecnica e stile, specializzandomi in incisione e grafica d’arte, passando per la pirografia, gli acquerelli. Piano piano ho iniziato a vedere il disegno come una sfida. Dovevo migliorare, trovare il mio stile. Senza accorgermene è diventato mio amico, compagno di serate, di momenti tristi o bellissimi che dovevo, in qualche modo, mettere sulla carta, riguardare, tradurre nel mio linguaggio. Ora disegno sempre, tutte le sere, per lavoro, per gli amici, per passare il tempo. È la mia vera passione.
Il tuo marchio è Bic Indolor. La penna è quindi la panacea dei tuoi mali?
Ebbene sì. Circa una decina di anni fa pubblicavo i miei disegni su un blog, ricercando un’identità e quindi un nome per poterli racchiudere e identificare.
Era un periodo in cui la penna era una vera e propria estensione della mia mano, la usavo per creare sfumature sopra gli acquerelli oppure per disegnare direttamente sui miei quaderni, sforzandomi di non sbagliare, di essere indipendente da gomma e matita. L’accostamento al famoso marchio di cerotti e siringhe mi è venuto in mente per gioco, anche se tutto sommato, la penna è davvero la cura per tutti i mali, nel mio mondo.
Ne deduco che il digitale è marginale nel tuo lavoro, o comunque è uno step successivo. Sbaglio?Sono diventata una Photoshop nerd negli ultimi anni, per motivi di lavoro. La parte digitale è molto importante nei miei disegni, per via della post produzione che gli applico. Si tratta però di un processo slegato dal disegno e strettamente secondario, pastelli e acquerelli sono decisamente i protagonisti delle mie illustrazioni.
Ora disegno sempre, tutte le sere, per lavoro, per gli amici, per passare il tempo. È la mia vera passione.
Ti definisci una designer tessile. Come cambia il tuo approccio nella progettazione di un’illustrazione per il settore tessile o per il cartaceo?
In verità sono una designer tessile in via ufficiale e un’illustratrice in via ufficiosa. Ho un lavoro full time come textile designer per un marchio di camiceria svedese, mentre la sera e nel weekend porto avanti la mia passione per un tipo di disegno più personale, legato al mio mondo onirico e fiabesco. Sono riuscita a mixare le due cose grazie al progetto iniziato l’anno scorso con la mia amica “la Nana sartoria creativa”. Abbiamo realizzato e stampato dei tessuti con i miei soggetti, un misto di giungle, facce di strani personaggi, animaletti di ogni tipo, che lei con passione cuce realizzando abiti handmade. Di fatto io non penso all’applicazione finale del disegno, se debba essere su stoffa o restare su carta. Quello che è importante è che il disegno mi soddisfi e mi piaccia, dopodiché posso pensare alla sua trasformazione in un possibile prodotto.
La scatola di agosto di Hoppipolla contiene, tra le altre cose, un quaderno da te illustrato. Da cosa ti sei lasciata ispirare per questo progetto?
Io adoro ogni tipo di quaderno, li uso ormai da tantissimi anni. Quando mi è stata fatta questa proposta ne sono stata subito entusiasta, vedere la mia grafica e i miei “disegnetti” in un prodotto del genere mi ha gasato tantissimo! Il soggetto dei fenicotteri è un must, li ho disegnati in ogni modo, come un sacco di altri animali che adoro usare come modelli. Nelle pagine interne abbiamo messo degli uccelletti un po’ “stupidelli”, un po’ mostriciattoli, per non lasciare il foglio totalmente bianco: tantissime persone adorano come me questi quaderni, ma li acquistano per poi lasciarli lì, abbandonati, per paura di ‘sporcare’ le pagine. La mia idea invece è quella di invogliare le persone a pasticciare, a creare il loro universo personale con un “aiuto” iniziale, un animaletto che è già lì e non aspetta altro che tu gli possa creare il suo mondo, che poi è il tuo, attorno a lui.
Questo quaderno deve invogliare le persone a pasticciare, a creare il loro universo personale con un “aiuto” iniziale, un animaletto che è già lì e non aspetta altro che tu gli possa creare il suo mondo, che poi è il tuo, attorno a lui.