
“Tipografia digitale” – Collage per il campionario di Printaly
Nell’agosto 1983, la rivista Scientific American pubblicava l’articolo “Digital Typography” di Charles Bigelow e Donald Day, con le illustrazioni tipografiche di Kris Holmes. Considerato uno dei primi approfondimenti sulla tipografia digitale, è stato tradotto in numerose lingue e diffuso in Italia nell’ottobre dello stesso anno dalla rivista specializzata Le Scienze.
L’articolo descriveva lo sfondo e l’evoluzione della scrittura e della tipografia analogica e discuteva della tecnologia, dei problemi e delle promesse della tipografia digitale, ovviamente dalla prospettiva del 1983.
Eccone qualche estratto.
“La lettera tradizionale non è digitale, ma analogica: la sua forma finale varia senza soluzione di continuità al variare del processo usato per crearla: per esempio, la pressione di un pennello sulla carta o il contorno della punta che incide la matrice, o stampo, usata per la fusione in metallo del carattere. Con l’avvento del calcolatore e dell’elettronica digitale, negli ultimi 15 anni si è assistito in campo tipografico a un massiccio abbandono del testo analogico a favore di quello digitale, fenomeno che ricorda il passaggio rinascimentale dal manoscritto alla stampa.” […] Il passaggio alla tipografia digitale, dunque, presenta un problema sottile dalle profonde implicazioni: è possibile sfruttare i vantaggi della tecnologia digitale e, al tempo stesso, fare in modo che la forma dei caratteri mantenga le caratteristiche delle lettere tradizionali, la cui bellezza e leggibilità tanto hanno contribuito alla diffusione della cultura?”
Nei successivi anni a questa domanda è stato risposto in molti modi diversi da designer industriali e type designer. Tuttavia, sebbene i computer siano migliaia di volte più veloci oggi rispetto al 1983, le velocità di lettura è uguale a quella di più di trent’anni fa.
Nello stesso anno in cui uscì l’articolo, Bigelow organizzò a Stanford il primo seminario internazionale sul digital type design “The Computer and the Hand in Type Design”. Poco dopo disegnò il famoso carattere Lucida, il primo ad essere stato concepito sia per le stampanti digitali sia per gli schermi dei computer; il suo nome infatti — come dichiara lo stesso Bigelow in un’intervista fattagli da Yue Wang nel 2012 — deriva dalla parola latina “lux” che sta per luce e chiarezza, poiché doveva infatti suggerire che era fatto di luce e che era ben leggibile nonostante la sua bassa risoluzione.
Questo importante articolo è diventato parte di uno dei collage realizzati per noi dallo studio grafico Serra che farà parte della serie di stampe del campionario Printaly a breve ordinabile gratuitamente sul nostro sito web. Continuate a seguirci, torneremo a parlarne molto presto!
Charles Bigelow è un type designer americano, nonché storico e professore di tipografia, noto insieme a Kris Holmes per aver disegnato i caratteri Lucida® Math (1993), Lucida® Sans (1985), Lucida® Typewriter Sans (1985) and Lucida® Serif (1993), ma anche la famiglia del font Wingdings.